Un libro che non si può dimenticare approfondendo la storia della città di Alba è sicuramente una delle opere di Beppe Fenoglio più conosciute e più lette di sempre: I ventitré giorni della città di Alba.
Esso è una raccolta di 12 racconti, pubblicati nel 1952 che di fatto segno l'esordio letterario dello scrittore.
Il primo racconto narra la conquista da parte di partigiani della città: senza gli aiuti degli alleati, la resistenza sopravvive poche settimane prima di lasciare, dopo 23 giorni, la città in mano alla Repubblica Sociale Italiana.
Le vicende raccontate nei successivi 11 racconti si susseguono rapidamente, sempre narrati con un lieve distacco da parte dell'autore che si sofferma, solamente in poche occasioni, ad aggiungere dei dettagli sui caratteri o sui rapporti umani dei suoi protagonisti.
Italo Calvino scelse di descrivere così l'opera di Fenoglio:
“‘I ventitré giorni della città di Alba’, rievocanti episodi partigiani o l’inquietudine dei giovani nel dopoguerra, sono racconti pieni di fatti, con una evidenza cinematografica, con una penetrazione psicologica tutta oggettiva e rivelano un temperamento di narratore crudo ma senza ostentazione, senza compiacenze di stile, asciutto ed esatto”.
Esso è una raccolta di 12 racconti, pubblicati nel 1952 che di fatto segno l'esordio letterario dello scrittore.
Il primo racconto narra la conquista da parte di partigiani della città: senza gli aiuti degli alleati, la resistenza sopravvive poche settimane prima di lasciare, dopo 23 giorni, la città in mano alla Repubblica Sociale Italiana.
Le vicende raccontate nei successivi 11 racconti si susseguono rapidamente, sempre narrati con un lieve distacco da parte dell'autore che si sofferma, solamente in poche occasioni, ad aggiungere dei dettagli sui caratteri o sui rapporti umani dei suoi protagonisti.
Italo Calvino scelse di descrivere così l'opera di Fenoglio:
“‘I ventitré giorni della città di Alba’, rievocanti episodi partigiani o l’inquietudine dei giovani nel dopoguerra, sono racconti pieni di fatti, con una evidenza cinematografica, con una penetrazione psicologica tutta oggettiva e rivelano un temperamento di narratore crudo ma senza ostentazione, senza compiacenze di stile, asciutto ed esatto”.
Commenti
Posta un commento