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#STEP 33 La sintesi finale

Dopo alcuni mesi di lavoro, di studio e di ricerca si è giunti al termine di questo percorso incentrato, nel caso di questo blog, sull' oggetto "Nutella".
Tale oggetto che l'intero globo conosce è stato approfondito in ogni sua sfaccettatura, dalla sua composizione alla sua popolarità, dalla sua presenza anche nell'arte, per nulla scontata, al ruolo che esso ha assunto nella società, da semplice crema a simbolo di uno stato famigliare per poi giungere alla creazione di un vero e proprio abbecedario.

La scelta di tale oggetto agli inizi di settembre è stata una diretta conseguenza della scelta del luogo, Alba, città dalla quale sono sempre rimasto particolarmente affascinato per la sua storia direttamente intersecata con il  mito, per i suoi scrittori tra cui Beppe Fenoglio (il cui libro più conosciuto, "il partigiano Jhonny", fu anche messo in scena in un film, proprio ambientato ad Alba) e anche per un particolare amore per la nocciola e il tartufo, oggetti simbolo della città e investiti di una grande importanza economicamente parlando.

Fu proprio dalla passione per la nocciola che partì la ricerca del mio oggetto: così individuai tra le vie della città l'originale negozietto di dolci dove nacque quella che in origine si chiamava Super Crema, ma che oggi il mondo intero chiama Nutella. Una crema dolce, amata da grandi e piccoli che da semplice oggetto culinario si inserisce oggi senza eccessive difficoltà nella storia delle cose, invadendo campi piuttosto distanti da quello culinario, come abbiamo potuto notare fin da subito mediante parole e mappe concettuali.

è stato interessante scoprire come tal crema fosse nata quasi come una necessità, per evitare che la grande quantità di nocciole prodotte in quei terreni negli anni '60 (come tramandato anche dalla cultura popolare mediante i proverbi) venisse, anche solo in parte, sprecata o non utilizzata.
Fu così che Pietro Ferrero ebbe l'idea di combinare insieme nocciole, olio di palma e cacao senza poter immaginare che quella combinazione di ingredienti nell'immediato futuro sarebbe diventato un prodotto di fama mondiale.

Ciò che all'inventore premeva, derivante dall'ambiente in cui era cresciuto particolarmente operoso, laborioso e risparmiatore, è che il suo prodotto fosse di ottima qualità, semplice e ad un prezzo ridotto così che potesse essere portata nella casa di ogni famiglia. Furono proprio  questi due concetti di semplicità e qualità ad accompagnare ogni campagna pubblicitaria del prodotto, puntando estremamente sulla famiglia e sulla soddisfazione dei bambini nel gustare il prodotto.

Alcuni anni più tardi dalla sua nascita, dopo diversi tentativi di packaging del prodotto e di diverse nomenclature dello stesso, il figlio di Pietro Ferrero, Michele, mediante quella che potremmo definire un'analisi etimologica, scelse di chiamare il prodotto "Nutella".

Questo fu subito un successo e in breve tempo acquistò uno stato di simbolo che pochi altri prodotti furono in grado di accaparrarsi: essa divenne simbolo al punto che tal crema, in tutte le lingue del mondo non assunse altro nome che Nutella accrescendo ancora di più l'ideale che essa sia realmente un prodotto unico e irripetibile.

Ed è forse dovuto anche a questa semplicità e unicità, oltre che ovviamente alla sua bontà, la capacità della cosa "Nutella" di invadere campi diversi, ben distanti dall'ovvio ambito culinario di cui lei fa parte:
Mediante un assidua ricerca, abbiamo individuato la presenza della Nutella nell'arte con Tomoko Nagao, ma anche nel cinema in "Bianca" di Nanni Moretti, nella musica e addirittura nei fumetti.
Nulla avrebbe poi nemmeno vietato di desiderare di inviare una cartolina nel 2014 un po' diversa dal solito, magari con un francobollo particolare, poiché anche nell'ambito dei mezzi di comunicazione Nutella riuscì, in qualche maniera, ad partecipare.


Lo studio del nostro oggetto non si è limitato esclusivamente all'impatto economico e culturale che questo ha rivestito negli anni (descritto anche da scrittori contemporanei come Riccardo Cassini in "Nutella Nutellae"), ma anche interessanti analisi tecniche e filosofiche sul tema, anche anatomiche.

è stata analizzata l'evoluzione dell'involucro,  mediante una breve storia del packaging, che ha trasportato la crema dal 1960 fino ai giorni nostri osservandone anche il cambiamento profondo da semplice involucro a vero e proprio oggetto di design come la lampada Nutella (di cui ne possiedo una copia, riportata qua a fianco): questo ci ha permesso di osservare come un oggetto, dalla creazione in poi, modifichi il suo "essere" piuttosto repentinamente, arrivando addirittura a costituire un oggetto di design senza effettivamente esserci, quasi una presenza della cosa (la Nutella) nella sua assenza (la lampada, è costituita dal solo barattolo): il barattolo- lampada conserva in sé di fatto solo l'idea della crema Nutella, anche se questa non è realmente presente dentro di essa, traslitterando la famosa frase conclusiva di Umberto Eco ne "Il nome della Rosa": stat rosa pristina nomine, nomina nuda tenemus .
Ciò che ancora risulta curioso è che, nonostante intorno a Nutella esista un vero e proprio impero di Cose, perfino un hotel a lei dedicato in California, non le sia ancora stato dedicato alcun museo: per questo, muniti di fantasia e creatività con un occhio al futuro, su questo blog è stato fatto un tentativo progettuale di esso.

Tirando le somme, la strada che ci ha portato dalle antiche strade di Alba all'analisi filosofica e tecnica, passando per l'ipotesi di un museo alla scoperta dei brevetti  di un oggetto di fama mondiale con numeri da capogiro, giunge al termine, con la speranza che questo blog sia stato di vostro interesse e supporto verso l'aumento di conoscenze e curiosità su uno dei prodotti più dolci e famosi di sempre.

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La Nutella costituisce quello che in letteratura e in altri contesti si definirebbe il "leitmotiv" delle colazioni e merende italiane e non solo. è difficile e veramente raro che almeno una volta nella vita la Nutella non si sia trovata sui vostri scaffali o credenze e che con essa abbiate dato avvio alla giornata, magari con una croccante fetta di pane tostato. In riferimento anche alla mia personale esperienza posso garantire che un vasetto di Nutella non sia mai mancato in casa mia, mai però utilizzata a colazione, bensì durante la pausa pomeridiana. A molti di noi sicuramente la sopracitata crema di nocciole riporta alla mente ricordi ancestrali, ricordi legati alle merende con gli amici e, perchè no, alle scorpacciate direttamente dal barattolo senza che la mamma ne fosse al corrente. Come accennato precedentemente, almeno un vasetto in casa non può mai mancare: che si trovi in cantina o sulla credenza, l'essenza della nutella, che, come rimembra lo spot pub

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In questo Post vorrei analizzare nel profondo la cosa da me scelta, andandone a studiare il suo nome. La "cosa", normalmente, possiede un nome in ogni lingua, ma nel caso da me scelto l'analisi va maggiormente approfondita: se ci riferiamo alla cosa generica, e quindi alla "crema spalmabile", i nomi sarebbero chiaramente infiniti, ma nessuno o forse in pochissimi nel mondo si riferiscono alla Nutella con questa nomenclatura. Per convincersi di ciò é sufficiente osservare una delle tante pubblicità del prodotto.  Quello in cui si evidenzia maggiormente questa unicità del nome si può vedere in  "Nutella e i bambini del mondo", una storica campagna pubblicitaria costituita da 12 foto rappresentanti bambini di altrettanti paesi diversi, pubblicata dal 1979 al 1984 su Topolino in cui tutti pronunciano la frase "Nutella é buona". Come riporta la pubblicità, nonostante il cambio di luogo e di lingua  la parola "Nutella" rimane assolu